Chiesa parrocchiale di S. Eusebio, Castel S. Pietro
L’edificio attuale è il risultato di varie trasformazioni - complete o parziali - avvenute nel corso di oltre sette secoli in una sovrapposizione e stratificazione a noi purtroppo finora in gran parte sconosciuta data l’assenza di indagini archeologiche. Ad una prima costruzione menzionata nel 1270 ne seguì un’altra tra il 1582 e il 1599 con una riedificazione totale di una chiesa a pianta basilicale i cui lavori di arredo e di decorazione durarono fino al secondo decennio del XVII secolo. Dopo pochi anni, nel 1677, la comunità di Castel San Pietro decise di rinnovare l’edificio chiedendo un progetto all’architetto e stuccatore Agostino Silva di Morbio Inferiore. I lavori durarono parecchio tempo e inglobarono verosimilmente parte della costruzione precedente. Alle due attuali cappelle della Madonna e del Crocefisso, innalzate e decorate negli ultimi due decenni del Seicento, seguiranno quella delle Anime Purganti (terminata intorno al 1748) e quella di Sant’Antonio (decorata negli anni Cinquanta del XVIII secolo). Solamente dopo il 1756 fu rinnovato il vecchio coro, su disegno dell’architetto e stuccatore locale Francesco Pozzi, con il completamento dell’arredo marmoreo, a stucco e pittorico, e con l’innalzamento della nuova facciata pure disegnata dallo stesso.
La cappella del Crocefisso si contraddistingue per la presenza di un notevole insieme plastico in stucco che occupa buona parte della parete di fondo e della relativa nicchia proponendo delle figure umane a grandezza naturale che si raggruppano attorno alla statua lignea del Cristo crocefisso, quest’ultima portata da Como nel 1689 e divenuta oggetto di particolare devozione popolare. Le figure del gruppo in stucco, come poste sul palcoscenico di un teatro, sembrano recitare il loro copione esprimendo tutto il pathos che richiama le rappresentazioni plastiche inserite nelle cappelle dei Sacri Monti lombardi e piemontesi. Autore di tale insieme è Giovanni Battista Barberini (1625 ca. - 1691/92), originario di Laino, in Valle d’Intelvi, il cui percorso artistico e professionale, caratterizzato da un numeroso corpus di opere, si estende in varie regioni italiane e nordalpine: dalla Lombardia all’Emilia, da Genova al Veneto, dal canton Ticino all’Austria.
Oltre la cappella menzionata è nel coro che troviamo dei veri e propri tesori artistici del periodo rococò; uno spazio in cui architettura, stucchi e pittura si uniscono in un insieme di grande equilibrio e armonia. Nella bella volumetria del coro in emiciclo, sulla volta e sulle pareti si possono ammirare degli affreschi e delle tele realizzati dal pittore di origine intelvese Carlo Innocenzo Carloni (1686/87-1775), uno dei maggiori protagonisti del Rococò internazionale. Il ciclo presente nella chiesa castellana costituisce l’opera più importante lasciata dal Carloni nel Canton Ticino. L’iconografia delle pitture riguarda episodi della vita del santo patrono dell’edificio, ossia sant’Eusebio, come pure l’Ascensione di Gesù e gli Angeli in adorazione del SS. Sacramento. Gli affreschi e le tele sono incorniciati e completati con leggiadri e ariosi stucchi realizzati tra il 1756 ed il 1759 dallo stuccatore locale Francesco Pozzi (1704-1789).
Ivano Proserpi (storico dell’arte, MEVM)
Pfarrkirche von S. Eusebio, Castel S. Pietro
Das heutige Gebäude ist das Ergebnis verschiedener - vollständiger oder teilweiser - Umgestaltungen, die sich im Laufe von mehr als sieben Jahrhunderten in Überlappungern und Schichtungen vollzogen haben. Sie sind uns aufgrund fehlender archäologischer Untersuchungen bisher leider weitgehend unbekannt. Einem ersten Bau, der 1270 erwähnt wurde, folgte ein weiterer zwischen 1582 und 1599 mit dem vollständigen Umbau einer basilikaförmigen Kirche, deren Ausstattung und Dekoration bis ins zweite Jahrzehnt des 16. Jahrhunderts andauerte. Nach einigen Jahren, im Jahr 1677, beschloss die Gemeinde von Castel San Pietro, das Gebäude zu renovieren und beauftragte den Architekten und Stuckateur Agostino Silva aus Morbio Inferiore mit einem Projekt. Die Arbeiten nahmen viel Zeit in Anspruch und integrierten wahrscheinlich einen Teil der früheren Konstruktion. Auf die beiden heutigen Kapellen der Madonna und des Kruzifixes, die in den letzten beiden Jahrzehnten des 17. Jahrhunderts errichtet und dekoriert wurden, folgten die Kapelle der Anima Purganti (um 1748 fertiggestellt) und die des Heiligen Antonius (in den 1850er Jahren dekoriert). Erst nach 1756 wurde der alte Chor nach einem Entwurf des einheimischen Architekten und Stuckateurs Francesco Pozzi renoviert, wobei die Marmor-, Stuck- und Bilddekoration vervollständigt und die neue Fassade errichtet wurde, die ebenfalls von Pozzi entworfen wurde.
Die Kapelle des Kruzifixes zeichnet sich durch ein bemerkenswertes Stuckensemble aus, das einen grossen Teil der Rückwand und ihrer Nische einnimmt. Es zeigt lebensgrosse menschliche Figuren, die sich um die hölzerne Statue des gekreuzigten Christus gruppieren, die 1689 aus Como gebracht wurde und zu einem Objekt besonderer Volksfrömmigkeit wurde. Die Figuren der Stuckgruppe, die wie auf einer Theaterbühne stehen, scheinen ihren Text zu rezitieren und all den Pathos auszudrücken, das an die plastischen Darstellungen in den Kapellen der Heiligen Berge der Lombardei und des Piemont erinnert. Der Autor dieses Ensembles ist Giovanni Battista Barberini (ca. 1625 - 1691/92) aus Laino im Intelvi-Tal, dessen umfangreiche künstlerische und berufliche Laufbahn verschiedene Regionen Italiens und nördlich der Alpen umspannt: von der Lombardei bis zur Emilia, von Genua bis zum Veneto, vom Tessin bis nach Österreich.
Neben der bereits erwähnten Kapelle finden sich im Chor wahre Kunstschätze des Rokokos, ein Raum, in dem sich Architektur, Stuck und Malerei zu einem harmonischen Ganzen verbinden. In dem schönen Chorraum im Halbrund, im Gewölbe und an den Wänden sind Fresken und Gemälde des aus Intelvi stammenden Malers Carlo Innocenzo Carloni (1686/87-1775), einem der wichtigsten Protagonisten des internationalen Rokokos, zu bewundern. Dieser Zyklus ist das wichtigste Werk, das Carloni dem Kanton Tessin hinterlassen hat. Die Ikonographie der Gemälde zeigt Episoden aus dem Leben des Schutzpatrons des Gebäudes, den heiligen Eusebius, sowie die Himmelfahrt Jesu und Engel bei der Anbetung des Allerheiligsten Sakraments. Die Fresken und Gemälde werden eingerahmt und ergänzt durch anmutige und luftige Stuckarbeiten. Sie wurden zwischen 1756 und 1759 von dem lokalen Stuckateur Francesco Pozzi (1704-1789) geschaffen.
Ivano Proserpi (Kunsthistoriker, MEVM)